Lettera di intenti



CARTA D’IDENTITA’ E DI INTENTI DELL’ASSOCIAZIONE

Milano è oggi in pieno mutamento a seguito delle spinte della globalizzazione, che impongono nuove riflessioni collettive e nuove progettualità. In questo contesto, nel 2008 è sorto un comitato di coordinamento tra associazioni culturali e sociali per realizzare un progetto di valorizzazione del Centro Puecher come risposta alla domanda di partecipazione che le nuove dinamiche urbane pongono ai soggetti sociali vecchi e nuovi (operai, nuova borghesia, ceto mercantile, classe creativa, precari e immigrati, ecc.) per vivere il presente e affrontare il futuro secondo modalità rinnovate di stare in società nell’era della flessibilità. Dopo dieci anni, tuttavia, l’associazione si trasforma per diventare una semplice associazione di cittadini.

Dalla fase di transizione in atto nella dimensione del “glocale” emergono due spinte contrastanti: non solo quella della città capace di assorbire e rilanciare i cambiamenti globali, ma anche quella della progressiva frammentazione e contrapposizione del corpo sociale. Si tratta di spinte e sfide che si riscontrano anche nella vita dei quartieri popolari delle periferie e semi-periferie. Il nuovo Centro Puecher nasce dall’esigenza di mettere in relazione virtuosa il rapporto tra centro e periferia della metropoli milanese, dando voce alle diverse espressioni sociali, presenti soprattutto nella parte sud della città, con particolare riferimento al Municipio 5, per sviluppare nuove forme di radicamento urbano all’insegna dei legami di comunità.

In questo senso, il progetto sotteso al rilancio del Centro Puecher (che mantiene una connotazione specificamente comunitaria) si presenta come antitesi alla frammentazione globale e risponde all’esigenza di una città rinnovata, capace di fare “nuova sintesi” e quindi “nuova società”, contribuendo alla ricerca e all’attuazione di un grande progetto comune per affrontare le sfide del futuro, a partire dalla solidarietà intergenerazionale e interculturale, radicata nella cultura delle periferie come luogo di socialità progettuale.

Questi gli obiettivi specifici rivolti a mettere in atto azioni concrete che sappiano: a) dare voce a giovani e non, in relazione alle diverse espressioni culturali, politiche, sociali, sportive (Coppa Puecher: Bagoli) scientifiche (progetto Quanti: Andrea Cattania), cinematografiche (cineforum: Bruno Contardi), storico-artistiche (miniature medievali: Marzio Foresti), ecc.; b) dare spazio agli anziani, valorizzando le diverse forme di incontro in cui riconoscere particolarmente la cultura del lavoro e la memoria storica dei quartieri e della città; c) favorire e assecondare il confronto tra le diverse culture politiche per consolidare il dialogo entro le regole della legittima e necessaria dialettica politica; d) stimolare la nascita di nuove esperienze sociali, con particolare attenzione alle espressioni più innovative della società civile e del mondo del lavoro; e) trovare nuove forme di partecipazione dei cittadini,come alternativa alle logiche individualistiche di una società mercantilistica e privatizzata, per la promozione di una cittadinanza attiva; f) fare incontrare le istituzioni educative e formative con il mondo del lavoro e più in generale con il territorio in tutte le sue proposizioni ed articolazioni; g) favorire il confronto, messa in rete e la comunicazione fra tutti i soggetti per la proposizione della coesione sociale del territorio; h) promuovere azioni di effettiva integrazione per tutte le forme di diversità. Il tutto attraverso una proposta culturale che si manifesta nella forma di una scuola popolare finalizzata a contrastare la crescente disuguaglianza e promuovere la giustizia sociale.